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La sorprendente storia della cocaina: i resti mummificati rivelano un uso europeo precoce!

Segni di sifilide terziaria, una forma grave e tardiva della malattia, sono visibili in questa foto e radiografia di uno degli individui del XVII secolo risultati positivi alla cocaina. (Credito immagine: Gaia Giordano et al; CC-BY 4.0 Deed)

Cocaina trovata nei cervelli mummificati: nuove prove rivelano che la droga è arrivata in Italia 200 anni prima di quanto si pensasse.


Il 20 settembre 2024, una scoperta straordinaria a Milano ha modificato la nostra comprensione della storia della cocaina in Europa. I ricercatori hanno scoperto tracce di cocaina nel tessuto cerebrale mummificato di individui sepolti nel 17° secolo. Questa scoperta indica che l’uso delle foglie di coca in Europa precede di quasi 200 anni le istanze precedentemente documentate.

Lo studio, pubblicato nel prossimo numero di ottobre del Journal of Archaeological Science, si è concentrato sull’Ospedale Maggiore, un importante ospedale di Milano che si prendeva cura dei bisognosi. All’interno della cripta dell’ospedale, circa 10.000 individui sono stati sepolti. I ricercatori hanno esaminato il tessuto cerebrale di nove persone naturalmente mummificate del 1600. Utilizzando un spettrometro di massa, uno strumento che analizza la composizione chimica dei campioni, hanno rilevato tre molecole importanti: cocaina, igrina e benzoylecgonina, nei tessuti di due individui.

La presenza di igrina suggerisce che la cocaina trovata in questi individui provenisse dalla masticazione delle foglie di coca, una pratica che è stata collegata sia a usi medicinali che ricreativi. Questa scoperta contraddice le credenze precedenti secondo cui le foglie di coca erano state introdotte in Europa solo nel 1800. Invece, sembra che alcuni cittadini milanesi stessero già utilizzando le foglie di coca molto prima, forse già nel 1600.

La coca, la pianta dalla quale è derivata la cocaina, ha una lunga storia in Sud America. L’esploratore italiano Amerigo Vespucci notò che i popoli indigeni in Venezuela masticavano foglie di coca già nel 1499. L’Impero Inca riconobbe la pianta di coca per le sue proprietà stimolanti, utilizzandola in vari modi sia per la medicina che per il divertimento. Credevano che la pianta di coca avesse effetti miracolosi, tra cui alleviare la fame e la sete e fornire una sensazione di benessere.

Gli spagnoli conquistatori appresero le proprietà delle foglie di coca, ma inizialmente mantennero questa conoscenza per sé. Erano più concentrati sull’esplorazione di altre risorse come oro e argento. Anche se alcuni tentarono di inviare foglie di coca in Europa, le foglie spesso si degradavano durante il lungo viaggio. Questo significava che l’introduzione della coca in Europa era stata notevolmente ritardata.

Lo studio recente cambia questa narrazione. La datazione al radiocarbonio condotta su uno degli individui ha rivelato che visse circa 350 anni fa, suggerendo che la cocaina raggiunse l’Europa molto prima di quanto si pensasse. Questo è significativo perché dimostra che non solo questi individui vennero a contatto con la pianta di coca, ma la consumarono attivamente.

L’autrice principale Gaia Giordano, una studentessa di dottorato in archeotossicologia presso l’Università di Milano, ha spiegato che i risultati indicano che questi individui potrebbero aver masticato foglie di coca per vari motivi, compresa l’automedicazione. I registri ospedalieri dell’Ospedale Maggiore non menzionano la cocaina come trattamento fino al XIX secolo. Ciò suggerisce che gli individui probabilmente reperirono le foglie di coca in modo indipendente, al di fuori dell’ospedale.

La scoperta solleva domande intriganti sulle pratiche sociali e mediche nella Milano del 17° secolo. Uno degli individui che ha testato positivo per cocaina aveva anche la sifilide terziaria, una forma grave della malattia. È interessante notare che questo individuo è stato identificato in uno studio precedente come utente di oppio. Queste informazioni dipingono un quadro complesso della salute degli individui e delle loro possibili motivazioni per consumare coca.

Giordano ipotizza che questi utenti di coca possano aver utilizzato le foglie come forma di automedicazione o forse come attività ricreativa. L’idea che potessero aver reperito foglie di coca da rotte commerciali locali è plausibile, specialmente considerando che Milano era sotto il dominio spagnolo all’epoca ed era un importante centro commerciale tra Europa e Americhe.

Le implicazioni di questa ricerca vanno oltre la curiosità storica. Comprendere l’uso precoce della coca in Europa può aiutare gli studiosi a comprendere meglio l’evoluzione successiva della droga e il suo impatto sulla società. Oggi, la cocaina è nota per il suo abuso diffuso ed è collegata a un numero significativo di morti per overdose in tutto il mondo. Gli autori dello studio hanno notato che le proprietà psicoattive della cocaina l’hanno resa una sostanza di preoccupazione, particolarmente poiché rappresenta uno su cinque decessi per overdose a livello globale nel XX secolo.

Questa rivelazione sulla presenza precoce della cocaina in Europa evidenzia la complessa relazione che le società hanno con le sostanze che alterano la percezione e la salute. Serve a ricordare che la storia delle droghe è spesso intrecciata con il commercio, la cultura e le norme sociali. I risultati di Milano non solo sfidano le cronologie esistenti, ma aprono anche nuove vie di ricerca su come sostanze come la cocaina abbiano plasmato le esperienze umane nel corso della storia.

In conclusione, la scoperta di cocaina nei cervelli mummificati di individui milanesi del 17° secolo ha trasformato radicalmente la nostra comprensione della cronologia relativa all’introduzione della droga in Europa. Suggerisce che la pianta di coca e le sue proprietà stimolanti erano conosciute e utilizzate da alcuni individui molto prima che venissero documentate nella letteratura medica. Questa nuova prospettiva potrebbe portare a ulteriori studi che esplorano le implicazioni del consumo di foglie di coca sulla salute e sulla società durante quell’epoca.

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